Il Capitano Pilota Giorgio Iannicelli, nasce a Roma il 26 giugno 1912, primo di tre figli, da Leone e da Augusta Natalizi, consegue il diploma di maturità classica nel 1929, a soli diciassette anni, presso il Liceo Umberto I.
Il 22 ottobre dello stesso anno, fatto singolare per un futuro pilota, si iscrive come allievo ufficiale nella terza classe della Regia Accademia Navale di Livorno, dove risulta essere il più giovane di età. Effettua la crociera annuale, sulla nave Cristoforo Colombo, in Nord Africa. Risulta fra i migliori del suo corso ed è promosso alla seconda classe.
Nonostante le brillanti prospettive e le insistenze per dissuaderlo dell'Ammiraglio Cavagnari, allora Comandante dell'Accademia, nel novembre 1930, lascia la stessa ed è ammesso come allievo nella Regia Accademia Aeronautica di Caserta ed assegnato al Corso "Ibis".
Nominato S.Tenente Pilota in S.P.E., ruolo navigante, nel settembre 1933, diventa Tenente Pilota nel luglio 1934.
In quell'anno frequenta la Scuola Caccia e quella di Osservazione aerea e poi viene assegnato al 1° Stormo C.T..
Fra il 1936 ed il 1937 torna prima all'Accademia come istruttore professionale e poi va al 52° Stormo C.T..
Nel luglio del 1937 viene nominato Capitano Pilota.
Dal luglio 1938 al giugno 1939 viene inviato in "speciale missione oltremare" (conflitto spagnolo), prima nelle isole Baleari e poi sul continente, al comando di una squadriglia del Gruppo "Frecce". In riconoscimento delle azioni svolte in quella vicenda bellica, gli vengono concesse una medaglia d'argento, una medaglia di bronzo ed una croce di guerra al valor militare e riceve anche un encomio.
Al rientro, fra il luglio 1939 ed il marzo 1940, è assegnato al 54° Stormo C:T:, poi al 52° e, infine, al 22° Gruppo Autonomo C:T: "La Cucaracha".
Nel febbraio del 1940, a Portofino, si sposa con Elisabetta Orlando, livornese, dalla quale avrà un figlio.
Allo scoppio del conflitto (10 giugno 1940), partecipa alle operazioni sul fronte occidentale, poi alla difesa di Napoli.
Successivamente la sua squadriglia (369.a), nell'ambito del 22° Gruppo, viene assegnata all'Aeronautica d'Albania, con base a Tirana.
Partecipa alle operazioni contro la Grecia e la Jugoslavia, ove esplica anche le funzioni di comandante di Gruppo. Per quanto operato su questo fronte, nell'aprile del 1941 gli viene concessa un'altra medaglia d'argento al v.m..
Il 12 agosto 1941 viene trasferito, con la sua squadriglia, al Comando Aviazione del Corpo di Spedizione Italiano in Russia (C.S.I.R.).
Rientra brevemente in Italia perché seriamente ammalato, ma, rimessosi, anche se non completamente, ritorna presto al fronte, ove partecipa a tutte le operazioni belliche di quel periodo, meritandosi, nel mese di novembre, un medaglia d'argento al valor militare "sul campo".
Comandante interinale di Gruppo, nel pomeriggio del 29 dicembre 1941, durante l'offensiva sovietica di Natale, nell'intento , riuscito, di contrastare l'azione di velivoli da bombardamento avversari sulle nostre linee, pur essendo reduce da un'intensa attività di volo, vuole prendere il posto del Capitano Pilota Cervellin, della sua stessa squadriglia, già pronto al decollo e, con i gregari Cap. Pil. Minguzzi e Ten. Pil. Benedetti, parte per quella che sarà la sua ultima missione.
Infatti, dopo lungo e memorabile combattimento, sostenuto da solo contro quindici caccia sovietici, cade in fiamme nel cielo di Bovolin. Gli viene concessa, "alla memoria", la sua ultima decorazione, la più alta, la medaglia d'oro al valor militare.
Con quella attribuita, esattamente un anno dopo, al Gen. Enrico Pezzi, Comandante dell'Aeronautica di Russia, caduto eroicamente il 29 dicembre 1942 nell'intento di portare soccorso alle nostre truppe accerchiate a Certkovo, sono le due massime ricompense al valor militare riconosciute a componenti della Regia Aeronautica in quella campagna.
Il suo corpo viene deposto, con gli onori militari, nel cimitero militare campale di Jussovo, a Stalino; la sua tomba è contrassegnata dal n. 31 ed è posta nella terza fila a sinistra del vialetto centrale. Le sue spoglie non sono state ritrovate, essendo andate probabilmente disperse, insieme a quelle di vari altri caduti ivi inumate, durante i lavori edili eseguiti nel corso degli anni anche nell'are cimiteriale.
Altre decorazioni:
Motivazione della Medaglia d'Oro al V.M. (alla memoria)
"Intrepido pilota da caccia,già distintosi per altissime doti di comandante e di soldato, non esitava, nonostante la proibitiva temperature e le disperate condizioni di tempo e di ambiente, per cui solo tre apparecchi potevano mettersi in moto, a partire in volo alla testa di pochi gregari per compiere l’ardua missione di proteggere ad ogni costo le nostre linee.
Avvistata una formazione di bombardieri avversari scortata da 15 caccia, incurante della superiorità numerica del nemico, impegnava con superbo ardimento l’asperrima lotta, riuscendo nello scopo affidatogli ed abbattendo un bombardiere. Persisteva nell’arduo ed impari combattimento fino a quando, colpito a morte, precipitava in fiamme, immolando così, nella luce della gloria, la balda giovinezza tutta dedicata alla lontana Patria immortale"
Cielo di Russia - ottobre-dicembre 1941