CERIMONIA DI CAVE – 20 GIUGNO 2010
In ricordo dei Gen. Pil. B.A. ENRICO PEZZI - M.O.V.M. (1897 – 1942) e del Cap. Pil. GIORGIO IANNICELLI - M.O.V.M. (1912 – 1941), entrambi caduti nei cielo di Russia il 29 dicembre, rispettivamente dell'anno 1942 e 1941.
Quest'anno vogliamo ricordare, in occasione di questa bella e suggestiva cerimonia voluta con tanta passione ed affetto dalla signora Alina Mancini Martano, alla quale va un sentito e commosso ringraziamento, il 67° anniversario delle battaglie difensive del fiume Don sostenute dalle nostre truppe nell'inverno 1942/1943 e le figure di due aviatori caduti su quel fronte, il Gen. di B.A. Enrico Pezzi ed il Cap. Giorgio Iannicelli, le due Medaglie d'Oro al Valor Militare della Regia Aeronautica in quella Campagna.
Molti aspetti delle rispettive esistenze dividevano i due ufficiali, come l'età, il grado, le diverse responsabilità ed esperienze ma una circostanza le ha singolarmente accomunate: la morte, eroica che li ha colti nello stesso giorno ad un anno esatto di distanza (29 dicembre), alla testa dei loro uomini, oltre il loro dovere e sancita per entrambe dalla massima ricompensa al valor militare.
Il Gen. Enrico Pezzi, Comandante dell'Aeronautica del Fronte Orientale (Armata Italiana in Russia- ARMIR), durante la ritirata dell'inverno 1942/1943 e precisamente il 29 dicembre 1942, volle personalmente recarsi a soccorrere le nostre truppe accerchiate a Certkovo con il col. medico Prof. Federico Bocchetti e 6 membri di equipaggio, partendo dalla base di Voroscilovgrad a bordo di un trimotore S.81. Nonostante le terribili difficoltà ambientali, riuscì a far scaricare viveri e medicinali e a far sistemare sul velivolo alcuni feriti. Dopo il decollo, sotto il fuoco nemico e al limite dell'impossibile, l'aereo si diresse verso la base di partenza, dove, purtroppo, non arrivò mai.
Questa è la motivazione della Medaglia d'Oro al V.M. concessa alla memoria del Gen. Enrico Pezzi, che va ad aggiungersi alle numerose altre guadagnate nel corso della sua prestigiosa carriera, tra le quali 5 medaglie d'argento:
"Veterano di quattro guerre dove ha sempre strappato al cielo lembi di azzurro per ornarsene il petto. In terra di Russia ha scolpito con la sua audacia, l'esempio e la sicurezza di fronte al pericolo, in lettere d'oro la traccia dell'ala italiana. In sublime rischiosa offerta per salvare soldati italiani chiusi in cerchi di fuoco, immolava la giovane vita salendo col sorriso dei forti nel cielo degli eroi"(Fronte russo 29.12.1942).
In ricordo del Gen. Pezzi e di tutti coloro che erano con lui su quel trimotore il 29 dicembre 1942, che dettero la vita per soccorrere i nostri soldati accerchiati a Certkovo, tornano alla memoria questi bellissimi e struggenti versi di Giuliano Penco:
"Io resto qui.
Addio.
Stanotte mi coprirà la neve.
E voi che ritornate a casa
pensate qualche volta
a questo cielo di Certkovo.
Io resto qui con altri amici
in questa terra.
E voi che ritornate a casa
sappiate
che anche qui,
dove riposo,
in questo campo vicino al bosco di betulle,
verrà la primavera."
Il Cap. Giorgio Iannicelli, Comandante interinale del Gruppo Caccia (Corpo di Spedizione Italiano in Russia - CSIR) nel pomeriggio del 29 dicembre 1941, durante la così detta "offensiva di Natale", in condizioni ambientali proibitive, volle tornare in volo, al posto di un ufficiale subalterno, con due gregari per contrastare l'attività aerea nemica sulle nostre truppe. Riuscì ad abbattere un bombardiere avversario, ma, rimasto solo, dovette impegnare un lungo ed epico combattimento contro quindici caccia nemici. Sopraffatto, cadde in fiamme nel cielo di Bowolin (Stalino). Aveva ventinove anni.
La Medaglia d'Oro al V.M., concessagli alla memoria, corona le numerose altre ottenute nel corso della sua breve, ma intensa carriera:
"Intrepido pilota da caccia, già distintosi per altissime doti di comandante e di soldato, non esitava, nonostante la proibitiva temperature e le disperate condizioni di tempo e di ambiente, per cui solo tre apparecchi potevano mettersi in moto, a partire in volo alla testa di pochi gregari per compiere l'ardua missione di proteggere ad ogni costo le nostre linee. Avvistata una formazione di bombardieri avversari scortata da quindici caccia, incurante della superiorità numerica del nemico, impegnava con superbo ardimento l'asperrima lotta, riuscendo allo scopo affidatogli ed abbattendo un bombardiere. Persisteva nell'arduo ed impari combattimento fino a quando, colpito a morte, precipitava in fiamme, immolando così, nella luce della gloria, la balda giovinezza tutta dedicata alla lontana Patria immortale" (Cielo di Russia, ottobre-dicembre 1941).
Pochi giorni prima di cadere, in quel Natale di guerra, gelido e tremendo, in piena offensiva nemica, poi arrestata dalle nostre truppe, il Cap. Iannicelli riesce a scrivere alla moglie, parlando dei "suoi ragazzi" sempre in cima ai suoi pensieri di comandante:
"...eccoti la descrizione del mio Natale. La sera del 24 ho assistito al rancio della truppa e alla distribuzione dei doni arrivati dall'Italia. Dovevi vedere come questi ragazzi, tutti immalinconiti dalla lontananza e alla nostalgia, si siano entusiasmati ed appassionati e questa estrazione di pacchi dono. Era veramente commovente vedere i loro occhi sbarrati sulle mani del comandante che estraeva a sorte i nomi e la gioia dei fortunati e la delusione degli esclusi. Poi c'è stato la Messa ed il Presepe di cartone e un volenteroso albero di Natale parlavano a tutti delle famiglie lontane, di abitudini, di tradizioni che in certe occasioni sommergono di nostalgia anche il guerriero più incallito. ...erano tutti allegri questi poveri ragazzi, di un'allegria rumorosa e infantile, ma in fondo in fondo, ma non troppo in fondo, c'era una nostalgia greve, accorata, di un po' di affetto, di un po' di tepore, di un po' d'aria di casa...".
Chiudiamo questa breve commemorazione delle due Medaglie d'Oro al Valor Militare conseguite dalla Regia Areonautica nella Campagna di Russia della seconda guerra mondiale, Gen.B.A. Enrico Pezzi e Cap. Giorgio Iannicelli, ricordando questo bellissimo pensiero:
"Il ricordo è la presenza nell'assenza,
è la parola nel silenzio,
è il ritorno senza fine di una felicità passata
alla quale il cuore dà l'immortalità".